Laboratorio
di
di
LETTURA e
INTERPRETAZIONE
2016 - 2017
2016 - 2017
Studio guidato di opere e personaggi
Teoria e tecniche dell’interpretazione dei
testi
La ‘comprensione’ del testo porterà alla lettura personale (un’ ‘interpretazione
originale’) che permetterà di raccontare
ad altri le suggestioni, le emozioni, i pensieri espliciti o nascosti nel testo
stesso.
L’apprendimento delle fondamentali strategie e tecniche
dell’interpretazione (dalla dizione, alla lettura espressiva, alla recitazione)
costituirà lo strumento-base dell’attività di laboratorio, che potrà risolversi
in esperienze di performances individuali o di gruppo, come readings, recitals,
letture drammatiche, azioni sceniche.
Durata del corso-laboratorio:
30 lezioni settimanali (totale 60 ore)
Presso l’Aula Pacis delle sede UPTEL, via
Sezze 25, Latina
Martedì, ore 18.00 – 20.00
Contributo al corso: € 40
* * *
PROGRAMMA
* * *
* * *
Il “segno” e il “testo” - La dimensione narrativa - I linguaggi
Lettura, decodifica, interpretazione - Tipologia di testi e
generi letterari
Il problema ermeneutico
Come si legge un testo - La lettura come narrazione
Dalla lettura all’interpretazione
Tecniche di lettura - Gli “stili” interpretativi - Readings e recitals
LABORATORIO
La filastrocca - La poesia classica e moderna
Il racconto - La lettura drammatica
Il monologo - Il radiodramma - La pièce teatrale
* * *
LE LEZIONI
1
IL LUNGO CAMMINO
DAL "SEGNO" ALLA "LETTURA"
Comunicazione e narrazione
Fin
dalle sue lontane origini, l’uomo ha avuto bisogno di comunicare con i suoi
simili.
Questo
bisogno di comunicazione – presente in varie forme nelle diverse specie viventi
– assume negli uomini le caratteristiche di una sorta di impulso narrativo,
quasi di una tendenza naturale a condividere il proprio vissuto con i propri
simili, in un gioco di reciprocità e interdipendenza.
Il segno
Il ‘segno’ condiviso (il grido, un suono,
la voluta di fumo, un graffito, l’atteggiamento del corpo, una smorfia) è l’elemento base della comunicazione tra gli esseri umani.
Il
segno traduce la propria esperienza personale – emozioni, pensieri, richieste –
mediante un codice significativo, e ne permette la trasmissione ad altri.
Il codice
Il codice rappresenta il meccanismo di
organizzazione di segni consimili in un
insieme di significati coerente e condivisibile.
La natura
del segno (suono, colore, postura, ecc.) determina la specificità del codice. Così è proprio dei segni sonori il codice
musicale, dei segni legati all’uso del colore il codice pittorico, dei segni di
postura il codice gestuale, ecc.)
Il messaggio
L’utilizzazione
dei segni e dei relativi codici permette l’elaborazione di messaggi rapidi ed
effimeri, ma anche di messaggi durevoli e permanenti, come quelli rappresentati
da supporti materiali.
Il testo
La
particolare rappresentazione grafica che è la scrittura, consente la creazione di messaggi ampi e a volte assai complessi, come i testi (dal latino textus = tessuto).
Lettere e letterature
Le ‘lettere” (in senso lato) sono l’insieme
dei testi stabili che gli uomini, nel corso del tempo, hanno voluto trasmettere
agli uomini, con l’intento di raccontare le loro storie o di consegnare le
conoscenze acquisite.
Nelle
‘letterature’ sono raccolti i
testi e le opere realizzate nella
specificità dei codici. C’è quindi una letteratura musicale riguardante l’arte
dei suoni, una letteratura pittorica riguardante l’arte della rappresentazione
mediante il segno grafico e il colore, una letteratura fotografica riguardante
l’arte della riproduzione di immagini visuali con la fissazione chimica dei
giochi di luce… E c’è la grande letteratura (la letteratura generalmente indicata senza
aggettivi) che trasmette e conserva il pensiero verbale formulato attraverso i
particolari codici linguistici delle diverse culture.
I generi letterari
Le
forme della grande letteratura sono
costituiti dai ‘generi letterari’,
i cui fondamentali sono la poesia,
la prosa, il teatro.
La lettura
La ‘lettura’ è l’azione del destinatario
che prova a interpretare il messaggio ricevuto.
Leggere
(dal latino légere = raccogliere, scegliere) significa eseguire in modo
corretto una serie di operazioni:
* decodifica dei segni secondo il codice in cui
sono stati veicolati
* ricostruzione
del messaggio trasmesso, come di-segno di una copia del testo
* verifica
del testo mediante il lavoro di ‘contestualizzazione’
In questa fase, molto
delicata, vanno esplorate a) le ‘connotazioni di genere’ (relative al genere
letterario cui il testo appartiene), b) le possibili motivazioni che hanno
indotto l’autore a creare un testo (intentio auctoris = intento dell’autore), c)
le finalità comprese nel testo stesso (intentio operis = intento dell’opera)
* assimilazione
del testo, e comprensione del suo significato
* interpretazione
del testo in modo che sia ‘funzionale’, cioè trasmissibile ad altri, mediante la
narrazione.
La narrazione – che è l’azione
vivificatrice dell’interprete sull’opera di un altro autore - dovrà contemperare l’originalità
dell’interpretazione con gli intendimenti dell’autore e dell’opera che
rappresentano la prima chiave di lettura del testo.
2
LA PAROLA E LA NARRAZIONE
La parola
Ciò che distingue l’uomo dagli
animali è la sua abilità a comunicare mediante la parola. La parola è
l’elemento-base del linguaggio verbale.
Il Quarto Vangelo (attribuito
all’apostolo Giovanni, ed scritto in greco verso la fine del primo secolo d.
C.) si apre con queste tre frasi: “In
principio era il lògos (la parola). Il lògos (la parola) era presso Dio. Il
lògos (la parola) era Dio”. E’ evidente
la grande importanza che in questo testo è attribuita alla parola, come segno
di congiunzione tra il divino e l’umano. La stessa creazione dell’uomo potrebbe
configurarsi come il dono della parola dato da Dio ad un
animale antropomorfo.
Il pensiero e la coscienza
La parola, prima di diventare
segno sonoro o grafico, è rappresentazione mentale, cioè ri-flessione
dell’esperienza nel proprio mondo interiore (l’immaginario). Il lavoro di
riflessione genera il pensiero.
L’attività del pensiero consente
all’uomo la progressiva consapevolezza:
- della propria collocazione nello spazio, con la conseguente differenziazione tra il sé e tutto quello che è altro-da-sé,
- dei ritmi temporali interni (scanditi dai battiti del cuore e dagli eventi dei cicli biologici) ed esterni (scanditi dagli eventi naturali ricorrenti, come i moti degli astri, le stagioni, ecc.)
La coscienza è il luogo
mentale di tale consapevolezza.
Lo spazio e il tempo
Spazio e tempo
rappresentano i cardini fondamentali dell’esperienza cosciente.
Nella dimensione spaziale l’uomo esperimenta il suo bisogno di uscire
dalla propria individualità e di ricercare la comunicazione con i propri simili
e con il mondo circostante.
Nella dimensione temporale l’uomo esperimenta i diversi modelli della realtà: quella del momento stesso in cui è vissuta (presente),
quella trascorsa e conservata nella memoria (passato), quella immaginata
nel timore o nel desiderio (futuro).
Dall’ordine spazio-temporale
procede l’esigenza tipicamente umana della narrazione.
L’esigenza narrativa
L’uomo ha sentito da sempre il
bisogno di trasmettere agli altri la propria esperienza affidandola al flusso
del tempo, servendosi della narrazione.
La narrazione è come un fiume epistolare, una lunga sequenza di lettere scritte dall’uomo all’uomo nel
corso della sua storia.
Questa umana narrazione prende
forma nelle varie letterature.
Le letterature
Le letterature contengono le
opere dell’uomo, realizzate nella molteplicità delle arti, che raccontano “humanitas” (umanità, come intreccio variegato di conoscenze, emozioni,
sogni, paure, desideri …)
I grandi poli intorno ai quali
ruotano le letterature sono gli eterni temi dell’amore e della morte.
Sigmund Freud – acuto pensatore
del XIX secolo – individuò in éros
(amore) e thànatos (morte) le due forze motrici della vita e
della storia dell’uomo.
3
LA LETTERATURA - I GENERI LETTERARI
LA POESIA
LA POESIA
Le letterature
Nel mondo delle letterature - ‘letterature’ in senso lato - si raccolgono
le opere delle varie arti, come le ‘lettere’
scritte nei secoli dagli uomini agli uomini, per il bisogno narrativo di tramandare
i segni della loro esistenza.
Ogni letteratura è dunque ‘narrazione’. Le parole, i suoni, i gesti, i segni, i
colori … sono gli strumenti che sostanziano l’arte della narrazione.
Le letterature (e le loro specifiche narrazioni) tradiscono l’anelito dell’uomo alla sopravvivenza. Ogni
arte è quasi un prolungamento dell’esistenza, una testimonianza, un respiro di
vita consegnato alla storia. L’arte ha il sapore dell’eternità.
La letteratura della parola e i generi letterari
Il pensiero genera la parola e le
parole generano pensieri. La lingua è il fiume in cui le
parole fluiscono e discorrono, nell’ordinato evolversi della sintassi. Ogni lingua, con la sua sintassi,
caratterizza e rende unico il pensiero.
Già nel
secolo scorso l’antropologo americano Edward
Sapir (1884-1939) e il suo allievo Benjamin
Lee Whorf (1897-1941) avevano proposto l’idea che lo sviluppo cognitivo
dell’uomo è influenzato dalla lingua che parla, e che il modo di esprimersi di
un popolo determina il suo peculiare modo di pensare (c.d. ipotesi del “relativismo linguistico”).
In senso stretto, la ‘letteratura’
comprende le forme d’arte che utilizzano i linguaggi verbali codificati
mediante la scrittura.
I ‘generi
letterari’ si distinguono tradizionalmente in tre grandi filoni: la poesia,
la prosa,
il teatro.
La poesia
La poesia è
il genere più antico, in quanto generato dalla spontaneità dei sentimenti e del
pensiero e meno legato ai vincoli della sintassi.
La prima
poesia è lirica, canto di parole
modulate sull’onda di suoni e ritmi musicali. Anche la
poesia moderna – apparentemente avulsa dal suo antico alveo lirico – conserva
sempre una struttura e un’anima musicali: nel ritmo del verso, nelle sonorità
della parola, nella liricità stessa delle immagini.
* A proposito di poesia
La recente polemica sulla scelta degli
accademici di Svezia nell’assegnazione del Nobel 2016 per la letteratura a Bob
Dylan (come nel ’97 a Dario Fo) nasce,
con tutta evidenza, dall’intendere per
‘letteratura’ quanto
riconducibile ai prodotti linguistici nelle forme specifiche della narrazione
in prosa, o della poesia spoglia del suo abito musicale.
In realtà le tendenze analitiche scientiste
che caratterizzano la ‘nuova modernità’ maturata negli ultimi secoli, investendo
in pieno il mondo delle arti, hanno dato vita a interessanti fenomeni culturali
– il puntinismo e il divisionismo pittorici, la dodecafonia musicale, la
narrativa dei ‘flussi di coscienza’ (da
Proust a Joyce), il movimento futurista nei suoi vari aspetti, la poesia
ermetica, il teatro dell’assurdo, ecc. –
ed hanno assegnato ruoli di secondo piano alle cosiddette ‘arti miste’, ossia
le arti derivanti dalla composizione armonica
di forme e tecniche diverse.
Pure proprio in queste arti-madri è possibile ritrovare la linfa vitale - forse
la stessa l’essenza - di tutte le
produzioni artistiche del nostro tempo. Fernanda
Pivano considerò Fabrizio De André uno dei più intelligenti poeti del
Novecento: De André infatti aveva saputo raccogliere, con straordinaria abilità
di verseggiatore e con geniale intuizione musicale, l’eredità dei poeti del
passato, dai lirici greci agli stilnovisti, da Jaufré Rudel a François Villon,
fino al Masters di Spoon River, realizzando una poesia autentica, senza orpelli
e senza tempo.
Non dovrebbe far specie allora se un
organismo accademico internazionale, attento ai segni dei tempi e non ignaro
delle ‘ragioni seminali’ dei fenomeni artistici e culturali che hanno segnato
la storia umana e l’universo della narrazione, abbia ritenuto giusto conferire
il Nobel per la letteratura alle giullarate di Dario Fo e ai songs folk-rock di Bob Dylan.
4
LA LETTERATURA - I GENERI LETTERARI
LA PROSA – IL TEATRO
La prosa
Quando la spontaneità e la
libertà espressiva tipiche della poesia cedono il posto a un discorso articolato
e conseguenziale, dove l’ordine del pensiero razionale si sostituisce al volo
sentimentale delle emozioni, emerge la prosa.
La prosa (dal latino ‘pro(ver)sa’
= che procede diritta), costringe
il linguaggio nell’alveo della rappresentazione verbale di concetti, pensieri,
messaggi, sensazioni, in funzione della comunicazione interpersonale. Per questo la prosa rimane strettamente legata
alle regole condivise della sintassi propria di ciascuna lingua.
Per i suoi possibili livelli di
precisione e di definizione, la prosa costituisce un eccellente strumento di trasmissione
del pensiero. L’uso della prosa consente non soltanto la comunicazione di fatti
e intenzioni, ma anche la narrazione di accadimenti (veri o fantastici)
riferibili al passato.
Tra le più comuni forme di prosa,
dunque, la prosa narrativa, quella di carattere tecnico-scientifico, la saggistica,
la prosa epistolare (già usata nelle lettere), la prosa drammatica
o teatrale.
Il Teatro
Il genere teatrale risponde
all’umana esigenza di narrarsi e di narrare, attraverso il dialogo nella
simulazione scenica.
Nel teatro, l’interferenza del
narratore è superata dal dialogo diretto dei personaggi nella verosimiglianza
della rappresentazione.
La letteratura teatrale ha utilizzato,
nel tempo, sia la forma poetica che la prosa. Nel teatro moderno - dal ‘verismo’ ad oggi - è tuttavia invalso l’uso
prevalente della prosa drammatica.
Una particolare forma di teatro
moderno – riferibile comunque ai modelli del teatro antico – è l’italiano ‘melodramma’
o ‘teatro
d’opera’, largamente apprezzato in tutto il mondo. Nel melodramma
confluiscono armonicamente generi e arti diverse: la poesia, la narrazione, il
dramma teatrale, la musica, la rappresentazione scenica.
5
IL TESTO E LA 'LETTURA INTEGRALE'
IL PROBLEMA ERMENEUTICO
Il testo: forma e contenuto
Ogni testo è
il frutto dell’intenzione esplicita o implicita dell’autore di
comunicare ad altri il suo pensiero.
In quanto alla forma,
il testo può assumere il modello poetico
(caratterizzato da una particolare libertà lessicale e sintattica), o i vari modelli della prosa, come la descrizione,
la narrazione, l’argomentazione
(maggiormente legati al rigore delle norme grammaticali), o il modello drammatico che, in poesia o in
prosa, tende a riprodurre il dialogo quale forma primaria di comunicazione tra
gli esseri umani.
In quanto al contenuto, il testo non
può considerarsi soltanto lo specchio unico del pensiero del suo autore, ma
piuttosto il riflesso diretto di quel pensiero e, sia pure indirettamente, il
veicolo di tante immagini ad esso concomitanti e strettamente connesse, come la
cultura, le caratteristiche sociali, politiche, economiche dell’epoca, la
struttura linguistica che lo sottende, la psicologia dello stesso autore e
innumerevoli altre figure che lo propongono secondo diverse prospettive e
angolazioni.
La ‘lettura integrale’
Per leggere un testo in modo ‘integrale’ non basta dunque accostarvisi
alla luce delle indicazioni ricavate dalla biografia dell’autore, o delle
notizie sui suoi intendimenti derivati dall’analisi dell’opera omnia, né fermarsi alla collezione dei significati emergenti
dal testo e immediatamente comprensibili;
ma occorre procedere oltre, in un percorso spesso non agevole di
meta-lettura, verso spazi di comprensione sempre più ampi, con la
consapevolezza che la ricerca del segreto ultimo del testo è – come la ricerca della verità in filosofia – un processo più che un punto di arrivo.
La ‘lettura integrale’ (non quindi parcellare né definitiva) di un
testo, cioè la sua interpretazione,
esige un delicato e attento lavoro di interrogazione su quanto rappresentato e
di formulazione di adeguate ipotesi di significato.
Il problema
ermeneutico
Il problema ermeneutico
riguarda la teoria e le tecniche dell’interpretazione dei testi.
Secondo il semiologo U. Eco [1], la lettura integrale di un testo si realizza
attraverso la dialettica parallela tra gli intendimenti dell’autore (intentio auctoris), la finalità
esplicita del testo (intentio
operis) e l’attitudine interpretativa del lettore (intentio lectoris).
Una buona lettura coinciderà con una buona interpretazione se la
persona del lettore-interprete riuscirà a cogliere nel testo le giuste risposte
alle sue domande, così da riattivare il rapporto atemporale tra l’autore e i suoi lettori, ricreandolo e
vivificandolo nello spirito e nelle sensibilità del presente.
[1] v. Lector
in fabula (1979) e I limiti
dell’Interpretazione (1990)
6
Laboratorio
Laboratorio
UN MODELLO DI 'LETTURA INTEGRALE'
"L'Infinito" di Giacomo Leopardi
Ma I sedendo e mirando, I interminati
Spazi I di là da quella, I e sovrumani
Silenzi, I e profondissima quiete I
Io = nel pensier = mi fingo; ove - per poco
grassetto intensità
"L'Infinito" di Giacomo Leopardi
Sempre caro I mi fu =
quest'ermo colle,
E questa siepe, I che da tanta parte
Dell'ultimo orizzonte I il guardo - esclude.
E questa siepe, I che da tanta parte
Dell'ultimo orizzonte I il guardo - esclude.
Ma I sedendo e mirando, I interminati
Spazi I di là da quella, I e sovrumani
Silenzi, I e profondissima quiete I
Io = nel pensier = mi fingo; ove - per poco
Il cor - non si
spaura. II
E come
il vento I
Odo stormir - tra queste piante, io I quello -
Infinito silenzio I a questa voce -
Vo comparando: e mi sovvien - l'eterno, I
E le morte stagioni, I e la presente >
E viva, I e il suon di lei. II
Odo stormir - tra queste piante, io I quello -
Infinito silenzio I a questa voce -
Vo comparando: e mi sovvien - l'eterno, I
E le morte stagioni, I e la presente >
E viva, I e il suon di lei. II
Così I tra questa
Immensità I s'annega - il pensier mio: II
E il naufragar I m'è dolce II in questo mare.
Immensità I s'annega - il pensier mio: II
E il naufragar I m'è dolce II in questo mare.
SEGNI
CONVENZIONALI
= pausa
molto breve
-
pausa
breve
I pausa
II pausa media
grassetto intensità
corsivo colore
sottolineato slow
colorato in
evidenza
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